MILTON
GENDEL
Fotografie
La mostra
rappresenta il terzo volume di una trilogia espositiva che
un gruppo di galleristi europei ha voluto dedicare alla
fotografia di Milton Gendel. L’articolata rassegna,
uno straordinario viaggio per immagini attraverso la seconda
metà del ‘900, è iniziata nel 2004 a
Londra presso la Trinity Fine Art , ha fatto tappa nel 2005
da Carlo Orsi a Milano e si conclude con l’esposizione
ospitata da Francesca Antonacci nella sua galleria di Via
Margutta 54.
Il capitolo romano propone
– accanto a una selezione di foto cruciali della produzione
di Gendel, divenute nel corso degli anni veri e propri classici
dell’iconografia del ‘900 – una cinquantina
di scatti del tutto inediti, attinti da quella inesauribile
ed ancora non completamente esplorata miniera che è
l’Archivio Gendel, più di sessantamila fotogrammi
al centro dell’inevitabile interesse di istituzioni
importanti come l’Archivio Alinari, l’Accademia
Americana e lo stesso Stato italiano.
Nato a
New York City nel 1918, Gendel si è trasferito a
Roma nel 1949, divenendo in breve tempo una figura chiave
della vita intellettuale capitolina. Un singolare fiuto
per le situazioni di vero fermento culturale lo accompagna
dai tempi degli esordi newyorchesi, quando, giovane studente
della Columbia University, si ritrovò ad essere uno
dei pochi artisti americani ammessi da Andrè Breton
a far parte del gruppo surrealista fiorito al Village attorno
agli esuli europei durante gli anni della guerra. Lo stesso
fiuto che da sempre lo ha condotto nei luoghi e tra i protagonisti
del rinnovamento artistico ha fatto di lui un critico d’arte
capace di folgoranti intuizioni. Gendel è stato ad
esempio uno dei primi sostenitori di Alberto Burri, il cui
successo americano è stato in larga parte avviato
proprio da un saggio dell’amico critico-giornalista-fotografo
pubblicato su Art News.
Nella
rassegna curata da Francesca Antonacci, in collaborazione
con Trinity Fine Art, la varietà dei soggetti delle
composizioni di Gendel emerge subito come un dato saliente
della sua fotografia. Attraverso immagini di assoluta perfezione
formale l’artista documenta i più disparati
aspetti del suo tempo. Registra con curiosità le
trasformazioni di un’Italia che velocemente passa
dalle macerie della guerra agli anni della Dolce Vita. Il
suo obiettivo è ugualmente interessato alle situazioni
della vita comune quanto a raccogliere una spettacolare
galleria di ritratti dei grandi della terra. Di re e regine,
detentori di grandi ricchezze, mecenati e artisti, maestri
del pensiero e arbitri della mondanità internazionale
offre un’immagine semplice e privata, spesso connotata
da una sottolineatura ironica se non addirittura apertamente
scherzosa. E’ chiaro che la maggior parte di loro
sono amici con cui divide momenti di rilassata quotidianità,
ma la spiazzante magia dei suoi ritratti risiede nella capacità
di far sentire l’osservatore pienamente partecipe
di quell’atmosfera familiare. Al seguito dell’arguto
gentleman della fotografia del ‘900 si entra nelle
case del potere senza sentirne il peso. Si partecipa divertiti
agli scherzi di Margaret d’Inghilterra, Lord Snowdon
e Sir Cecil Beaton; quietamente seduti nel salotto della
“Casalinga sul Canal Grande” si stenta a credere
che la nostra ospite si chiami Peggy Guggenheim ed è
impossibile non condividere la perplessità della
graziosa giovane in foulard afflitta dal “problema
della stoffa di Tapa”, vale a dire: cosa fare dei
centinaia di metri di stoffa Tapa appena ricevuti in dono
dalla Regina di Tonga? Un tipo di problema che, come si
sa, sovente affligge le graziose giovani se di mestiere
fanno le regine e magari con il nome di Elisabetta II.
Ogni
foto esposta è raccontata da una nota di Gendel,
ora dotta, ora leggera, qualche volta aneddotica, sempre
però meticolosa nel fornire informazioni estremamente
circostanziate. Attraverso il prezioso apparato di annotazioni
la voce dell’autore introduce il visitatore all’incanto
di anni irripetibili. La mitologia del ‘900 prende
vita. A Roma, in Via Margutta.
MILTON GENDEL
Fotografie
27 novembre - 20 dicembre 2006
orario di visita dal luned́ al sabato ore 10.00-13.00 /
16.00-19.00
Mostra a cura di Francesca Antonacci in
collaborazione con Trinity Fine Art
Catalogo a cura di Carlo Catalogna e Caroline Howard.
Testi di Luigi Ficacci e Jonathan Doria Pamphilj
Catalogo della
mostra
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