LIBERO
ANDREOTTI, ANTONIO MARAINI, ROMANO DAZZI
Gli anni di Dedalo
14 maggio - 30 giugno 2009
La mostra
offre l’opportunità di far rivivere l’appassionato
dibattito culturale e artistico di cui fu animatore instancabile,
arbitro e, spesse volte, tiranno Ugo Ojetti dalle
pagine di Dedalo, la rivista da lui fondata e diretta
tra il giugno 1920 e il giugno 1933. Tra loro molto diversi,
gli scultori Andreotti e Maraini e il disegnatore Romano
Dazzi sono infatti accomunati dall’essere stati sostenuti
e collezionati dal potente critico.
Dei tre, nessuno proviene
da un percorso di formazione di tipo accademico. Tra loro
la figura di Ugo Ojetti, nato a Roma nel 1871, narratore,
giornalista, critico d’arte.
Ojetti è un convinto
sostenitore della necessità di rinnovare l’arte
italiana guardando al modello della sua grande tradizione.
Nel giugno del 1920 pubblica il primo numero di Dedalo,
tribuna letteraria di quelle sue teorie così prossime
al concetto di “ritorno al mestiere” che a Roma
andava in quegli anni elaborando il gruppo di artisti e
intellettuali vicini a Valori Plastici, la rivista di Mario
Broglio. La sua soluzione autarchica al problema dello svecchiamento
dell’arte italiana, fondata sulla supposta supremazia
della nostra civiltà rinascimentale, lo pone però
anche in linea con le pulsioni nazionaliste del fascismo
di Benito Mussolini, che di lì a poco prende il potere.
Ojetti diventa in breve uno degli uomini di punta del nuovo
regime, onnipresente nelle commissioni di ammissione alle
mostre e ai concorsi più importanti, dei quali è
in grado di orientare le scelte.
Godere della stima e della protezione di Ojetti significa
per un artista entrare nel cono di luce che circonda l’arbitro
riconosciuto della cultura del tempo: un onore immenso che
può però rivelarsi anche un pesantissimo onere.
Le opere in mostra documentano
largamente il modo in cui ciascuno dei tre artisti reagisce
alla fortissima volontà del critico di orientarne
le scelte artistiche e, sotto gli occhi del visitatore,
prende forma il racconto di quattro destini che si intrecciano
con sviluppi non sempre prevedibili.
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