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Galileo Chini
(1873 - 1954)

Ritratto del re del Siam, 1913

Olio e oro su cartone, cm. 78 x 64
Firmato e datato in alto a destra: “G. Chini 1913”

Il ritorno di Chini in Italia dal suo soggiorno siamese avviene intorno alla fine di agosto del 1913: lo testimoniano due lettere (rispettivamente del 28 agosto 1913 e del 16 maggio 1914, conservate nell’archivio Chini) nelle quali Mario Tamagno (il sovrintendente artistico del re del Siam) ribadisce la commissione da parte del Ministro Chou Phya Yomaraj per l’esecuzione di un ritratto del re. E’ dunque prima di tale data, nella prima metà dell’anno, che si colloca questo inedito ritratto, bozzetto eseguito dal vero per la commissione del ritratto maggiore da eseguirsi in studio in Italia.
Anche la tecnica, in cui klimtianamente contiene la raffigurazione tra due bande dorate, è perfettamente analoga ai bozzetti per gli affreschi conservati presso la Casa Reale thailandese. Nella seconda lettera gli viene sollecitato nuovamente il ritratto, che secondo le promesse avrebbe dovuto essere inviato entro sei mesi, ma di cui Tamagno non ha più notizie. Chini, forse per via dello scoppio della Grande Guerra, non inviò mai alcun ritratto al re in Siam, benché ne eseguisse ben due versioni a grandezza naturale, una datata 1914 e l’altra 1914/1948 (quest’ultima è oggi nel Museo d’arte di Bangkok, donata dalla nipote dell’artista, Paola Chini Polidori). Ancora nel 1930 il Principe Damrong si dimostra favorevole ad acquistare il ritratto, ma Chini evidentemente non doveva essere soddisfatto del risultato finale, invece così felicemente fissato in questo studio prezioso eseguito in Siam.