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Galileo Chini
(1873 - 1954)

Studio per giacca di dignitario, 1911

Tecnica mista su cartone, cm. 90 x 80
Siglato e datato in alto a sinistra: “G.C. 1911”

Il soggiorno siamese si colloca al culmine del successo dell’attività chiniana, in un momento di grande produzione soprattutto di decorazioni parietali: del 1909 è la decorazione della cupola della Biennale di Venezia, del 1910 quella del padiglione italiano all’Esposizione Internazionale di Bruxelles, del 1911 il grande fregio per l’Esposizione Internazionale di Roma (circa 3 metri d’altezza per 80 di lunghezza). I lavori del Palazzo del Trono non erano ancora iniziati (il palazzo fu costruito tra il 1909 e il 1911), ma solo pianificati, quando Chini venne contattato e successivamente definitivamente ingaggiato, nel 1910, per questo monumentale lavoro per il quale gli venne corrisposta l’ingente somma di 100.000 lire. La suggestione orientale ebbe dunque tempo di formarsi e sedimentarsi nell’animo dell’artista: la lunga incubazione di un viaggio in terre lontane e favolose dispose con evidenza Chini a un’evoluzione del suo linguaggio pittorico. All’arrivo a Bangkok lo attendeva uno spettacolo straordinario, l’incoronazione del nuovo re Rama VI, i cui festeggiamenti fastosi furono la base per gli affreschi della Sala del Trono.
Nei primi bozzetti e dipinti eseguiti in Siam emerge una grande libertà formale, un’uscita dal clima e dai soggetti simbolisti tipici del primo decennio del secolo e una naturale propensione a cogliere gli aspetti lirici, intensamente emotivi della realtà. Già in questi studi, finalizzati all’esecuzione degli affreschi (la maggior parte dei quali furono acquistati da Luchino Visconti), si coglie una libertà cromatica che scioglie gli schemi tra liberty e secessionismo nei quali si era svolta la precedente attività affreschistica del pittore.