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Galileo Chini
(1873 - 1954)

Il parco, 1901

Olio su tela, cm. 77 x 173

I profili corrosi dalle luci, il pulviscolo ora nebbioso ora scintillante che caratterizza i paesaggi di questo periodo iniziale della pittura chiniana, servono all’artista per enfatizzare l'atmosfera simbolista, ispirata, misteriosa e ineffabile che egli prediligeva nei primi anni del secolo. Il tema del giardino abbandonato, caro alla cultura decadentistica (da Verlaine a D'Annunzio, da Debussy a Palazzeschi), viene interpretato dall'artista con levità di tocco e di toni, basati su grigi e verdi spenti. Indubbiamente una memoria di analoghe composizioni di Vincenzo Cabianca è latente nell’ispirazione del dipinto, che insieme ad altri due pannelli costituiva originariamente una decorazione per gli ambienti della Fabbrica di Ceramiche fondata dall’artista nel 1896.